CRONACA GIUDIZIARIA
Anche un fasanese fra i complici dell'ex senatore Sergio De Gregorio
Con l'accusa di estorsione, usura e riciclaggio, arrestato anche Pietro Schena, con altri quattro pugliesi, nell'ambito dell'inchiesta che ha portato in carcere l'ex parlamentare del centrodestra.
Fasano – C'è anche il 43 enne fasanese Pietro Schena, proprietario di una della sale ricevimenti più importanti di Martina Franca, fra i cinque pugliesi arrestati nell'operazione che ha portato in carcere l'ex senatore del PDL Sergio De Gregorio, l'uomo che fece cadere il governo “Prodi 2”. Pietro Schena, è ritenuto il braccio destro dell'ex senatore.
Insieme a lui è coinvolto nell'inchiesta il conversanese Vito Meliota (finito ai domiciliari), famoso a Roma come “il re del panzarotto”, specialità gastronomica pugliese che vende in tre suoi punti vendita.
L'operazione, denominata “Pianeta Italia”, è stata condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma: stando alle indagini, sarebbero state create alcune società per riciclare denaro e attuare estorsioni contro locali del centro di Roma.
Gli altri pugliesi coinvolti nell'inchiesta sono Antonio Fracena di Nardò, Vito Frascella di Taranto e Michelina Vitucci di Bari.
Secondo gli inquirenti, gli indagati costituirebbero «un vero e proprio gruppo criminale, orbitante attorno a De Gregorio», che avrebbe messo a segno delle estorsioni, grazie alle quali si sarebbero impossessati, a poco prezzo, di locali in punti strategici della Capitale, riciclato denaro e intestato beni a prestanome.
Alcune società sarebbero state create appositamente dall'ex senatore, considerato a capo del “gruppo criminale” e gestite “in maniera occulta” assieme a Schena e Frascella: una di quelle società, la “Pianeta Italia”, vedeva come amministratrice la moglie del marò tarantino, nei confronti della quale è stato disposto l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria
Dalle indagini sarebbe emerso tra l'altro che in uno di questi locali avrebbe voluto insediarsi Schena, che pare lo avrebbe dovuto gestire con un siciliano che in passato aveva avuto rapporti di affari con il figlio di Totò Riina.
Uno dei malcapitati ha anche raccontato agli inquirenti che quando aveva subito l'estorsione, l'ex senatore era rimasto in macchina, fuori dal suo locale, mentre i complici lo minacciavano.
A dare il via alle indagini è stata una denuncia del proprietario di un bar in zona Parioli al quali sarebbero stati estorti 80mila euro, finiti poi nella disponibilità dell'ex parlamentare. Se non avesse consegnato la somma – ha raccontato il proprietario del bar – avrebbero sequestrato il locale: “Vuoi tenere aperto questo bar o no? Vuoi tenere aperto questo cazzo di bar? Vuoi che ritorniamo domani mattina e ti mettiamo i sigilli?”.
di Redazione
04/06/2020 alle 10:16:23
Leggi anche:
Taglio su misura + piega gloss a soli € 20
Eligio Parrucchieri ti invita a conoscere i suoi prodotti.
Stazione di servizio Q8 Cacucci
Carburanti e servizi
Efficienza e puntualità nei servizi e prodotti offerti alla clientela